Fui entusiasta quando un conoscente m’invitò a visitare la sua camera delle meraviglie. In paese si parlava molto dell’inusuale gabinetto. Che spettacolo! In teche smaltate vidi disposti senz’ordine: geodi, sauri essiccati, coralli, un dente di narvalo, esotici animali impagliati, fossili e persino un bezoar. Tra le mirabilia, una m’incuriosì in particolar modo. Entrando, non avevo notato l’essere vicino alla porta. Aveva fattezze umane, ma al centro del volto esibiva un becco d’uccello e dita scheletriche ghermivano un disco d’ottone. Chiesi numi. «No, quella è mia moglie, col vassoio del tè» rispose l’ospite. «Complimenti!» esclamai a disagio «un esemplare pregevolissimo».