Quando ho cominciato a insegnare Scrittura creativa, nel 2012, il soggetto preferito delle storie dei miei allievi erano draghi, fate, cavalieri ed elfi. Il fantasy e i cosplay erano trendy e tutti desideravano diventare il Tolkien del ventunesimo secolo. Pochi anni dopo ed eccomi catapultata dalla magia di mondi incontaminati in cui il Male e il Bene si affrontavano a singolare tenzone, in storie di depressione e tossicodipendenza, disturbi dell'alimentazione e bullismo. La fine di questo racconti era regolarmente il suicidio del protagonista o la morte legata alle tragiche conseguenze del male origine della sofferenza. Sia chiaro che di solito questo tipo di storie originava da amare riflessioni sulla realtà, prima che da esperienze di vita vissuta. Oggi i miei allievi si misurano con il nihilismo imperante e il raptus omicida che coglie senza motivo i propri personaggi, portandoli a seminare morte e distruzione in quanto sopraffatti dalla propria insostenibile quotidianità. Quasi quasi preferivo i draghi!
Mi chiedo: avete mai sentito parlare dell'incredibile varietà dell'opera di Calvino, definito non a caso da Pavese, "scoiattolo della penna"? Passava dal neorealismo alla fiaba, da tematiche sociali a storie fantascientifiche sull'origine dell'Universo… Perché fissarsi su un unico tema? Perché non sforzarsi di cambiare genere e permettersi una boccata d'ossigeno? La vita è cambiamento, le storie da raccontare sono infinite e infiniti i modi: che senso ha fossilizzarsi sempre su un unico soggetto e proporre solo quello? Leggete, osservate la vita, viaggiate o, meglio ancora, rendete ogni giorno un viaggio meraviglioso nella realtà! Stupitevi! Lasciate la fantasia libera di volare e attraversare le barriere architettoniche e psicologiche: permettetevi di esplorare l'infinito!
Seguimi su Instagram @scriviconlaprof