“Tutta l'infelicità degli uomini deriva da una sola causa: dal non saper restarsene tranquilli in una camera”. Blaise Pascal la vedeva così e se si condividesse il suo terribile giudizio certo riusciremmo a controllare ogni tentazione di viaggio. Però la cosa si può leggere anche in altro modo, che mi piace di più: la disgrazia non è viaggiare, è non sapere restarsene tranquilli dove siamo. E aggiungo: la disgrazia può essere anche non saper viaggiare restandosene dove siamo.
Ricordate “Il ritorno di Ulisse”, il quadro di Giorgio de Chirico, dove l'eroe-viaggiatore sta remando su una piccola imbarcazione? Il mare è in realtà il tappeto di un salotto, l'orizzonte è ciò che si vede attraverso una parete. Viaggiare restandosene dov'è. Come fa Xavier De Maistre nei suoi libri dove parla di viaggi e spedizioni notturne intorno alla sua stanza.
Viaggiare, andarsene lontano: magari utilizzando quegli straordinari biglietti di viaggio che sono i libri. Come afferma Erri De Luca: “se anch'io sono un altro è perché i libri più degli anni e dei viaggi spostano gli uomini”. Sì, ci si può muovere anche così, usando le pagine dei libri come un tappeto magico. I buoni libri – a volte anche i meno buoni – ci portano quasi sempre lontano.