Nei mesi, era riuscito con fatica ad addomesticare un vecchio gabbiano. Ogni sera si posava sulla lavatrice scassata dello stretto balcone e là riposava. Il triste appartamento di periferia sembrava meno vuoto con quello stolido pennuto. Ambedue attempati e solitari combattenti, si guardavano soltanto, riconoscendosi. Non più di quello e così tanto al contempo. Un becco arancio, un naso camuso. Pupille a spillo, occhi acquosi. Una cresta, tre capelli leccati. Quando l’uccello morì scomparvero anche i sogni di mare dell’anziano vedovo. Non fu più capitano, bucaniere o mozzo, gli oceani si prosciugarono e le palme avvizzirono. Perse i tesori ed anche l’amico.