Una calda estate di luglio, Matteo, un tenebroso ometto di quindici anni, aveva appuntamento sulla spiaggia con Tommaso e Margherita. Arrivò sul posto un po' prima per godersi quell'attimo in cui il sole si tuffa in mare. Riccioli al vento, jeans e maglietta, scarpe da tennis bianche, si sedette sulla parte alta della scala di legno che in quel punto caratterizzava la discesa al mare e l'immagine di Irene riempì ogni piccolo spazio della sua mente. Il suo corpo sussultò. Mentre era così assorto, giunsero i suoi amici. Il piano prevedeva una festa sulla spiaggia vicina e a seguire un falò per aspettare l'alba. Era tutto talmente entusiasmante! L'adrenalina saliva! I tre giunsero sulla spiaggia prescelta. C'era già un po' di folla. Si adeguarono agli altri nella voce alta e nei modi di fare. Lessico puerile, ridondante; pantaloni barcollanti sulle membra; una bibita in mano e sguardo leggero.
La festa iniziò spavalda e rumorosa. O, sì, se lo era! Tutti ballavano vicini e ridevano, saltavano, quasi tremavano. Nessuno si accorse del suo arrivo. No. E come potevano? Al pari di una serpe, estremamente agile, colpì il suolo nella sua parte più intima, l'epicentro, arrivando in superficie già scarico di quell'energia distruttiva propria dei terremoti violenti. L'onda alta, ma non troppo, si abbatté sulla spiaggia. Un tonfo sordo, freddo, salato e fu un fuggi fuggi. Matteo, Tommaso e Margherita si ritrovarono ricoperti di sabbia e con escoriazioni varie, ma vivi! Avevano trovato riparo sotto una barca. Accanto, intorno, un mondo alieno. Urla gemiti, pianti, occhi pietrificati. Sagome si aggiravano in cerca di qualcuno o per portare aiuto. Ad un tratto Matteo scorse Irene, immobile, nella parte di spiaggia più vicina all'acqua. Si avvicinò, l'abbracciò e dopo un primo momento di sgomento le fece una carezza e un'altra e un'altra ancora. Era spaventato, non aveva mai visto la morte così vicina. Pensava. Poi, il tremolio delle dita della mano destra di lei lo riportarono lì, su quella spiaggia infernale. Chiamò aiuti. Fu un attimo. La notte lasciò che il sole sorgesse a riportare conforto e calore. Irene in ospedale aprì gli occhi, Matteo era accanto a lei e le stringeva la mano. Il mondo fuori aprì gli occhi. E, fu di nuovo l'inizio.