Scriveva poche frasi ogni sera, il resoconto della giornata, banalità di mamma. Talvolta accompagnava le parole a faccette colorate perché fosse palese l’umore del racconto. Un’abitudine placida quanto il giungere delle stelle. Pur non amando la tecnologia aveva acquistato quell’oggetto liscio, privo di tasti. Si era addentrata nell’oscuro universo delle icone, scoraggiata da tante applicazioni. Non c’era altro modo di comunicare col figlio lontano, così impegnandosi aveva appreso i passaggi elementari per inviare messaggi. Quant’era dolce sulla chat l’immagine sorridente del suo amore. Adorava quel volto spensierato che adesso, dopo l’incidente in moto, se lo mangiavano i vermi.