In piedi sul terrazzo, valutava sotto al cielo stellato la sequenza di sventure accadute nell’ultimo mese. Oltre al tamponamento con successivo colpo di frusta, c’era stata la perdita in bagno e soprattutto il fulmine che aveva bruciato metà dell’impianto elettrico. Stanco della malasorte, considerò che preghiere e orazioni ormai non servivano più a molto. Per placare l’ira divina, era necessario tornare alle origini. Così, indossando una tunica improvvisata, si avvicinò alle fiamme con passo incerto e scaricò sull’altare infuocato il pesante quarto di bue. Una volta esaurite le suppliche non restava che allestire il banchetto. Soddisfatto, chiamò gli amici… e anche un paio di arconti.