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O nababbi o ottimisti

Sfatiamo un mito: gli editori difficilmente sono nababbi. Il fatto è che all'incirca il compenso che intascano da un volume, se non chiedono contributi alla pubblicazione, è del 30% circa. La restante parte se ne va in diritti all'autore e distribuzione. Ora, amici miei, converrete che quando l'editore si torce le mani e piange miseria non ha tutti i torti: con quel 30% ci deve pagare i costi di redazione, la grafica e l’impaginazione, la stampa del volume e magari anche un po’ di attività di comunicazione, a cui si aggiungono le spese vive e la sua sussistenza. Povero ragazzo! Quindi più che nababbi, sono eroi – oppure ottimisti, fate voi!- ma nababbi no, ecco. Scommetto che questo vi rende meno odioso il rifiuto di quel vostro magnifico manoscritto in cui il protagonista era un marziano che prendeva le sembianze di Dante Alighieri e si faceva un viaggio last minute tra Inferno, Purgatorio e Paradiso… Sì, lo so, era un'idea originale, ma oggettivamente poco vendibile, conveniamolo su! E l’editore, per quanto avrebbe sicuramente desiderato moltissimo pubblicarlo, non ha potuto per raggiunti limiti di… stipendio! Insomma, prima di scrivere la prossima letteraccia all'editore, mettetevi una manina sul cuore: anche lui ha fame, sete e prole!
 

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