Di solito le parole sono più o meno queste: “Ciao, senti, cercavo proprio te! Visto che scrivi, non conosci mica qualcuno in una redazione che cerca un romanzo da pubblicare? Perché io ne avrei uno che…”. E io vorrei rispondere subito: “Certo! Come no? A disposizione! Anzi ora che ci penso, do un colpo di telefono a quel mio amico che lavora a Einaudi e quell’altro mio amico che lavora a Mondadori e ti trovo in rapida successione da piazzare due romanzi!”. Ecco, la prossima volta che ti viene voglia di scrivere, telefonare o fermare per strada quel tuo amico scrittore per fargli questo tipo di domanda, lascia perdere. Anche la scrittura richiede gavetta: no, non credere alle favole metropolitane per cui quel tale ha scritto il suo primo libro e subito lo ha pubblicato con questa o quella casa editrice. Al 99,9 % dei casi, questo tipo di leggende non spiegano che quel romanzo è stato scritto dopo decine di tentativi falliti, talmente brutti che nessuno li ha voluti nemmeno leggere. E poi, il tale, appunto, è riuscito a scriverne uno che ha funzionato e una casa editrice ha deciso di pubblicarlo. Ecco qua, tutto molto semplice: si prova molte volte e non si va per conoscenze, e alla fine ci si riesce e magari si ottengono anche belle recensioni e un po’ di soddisfazione. Quindi, le parole d’ordine sono umiltà (tanta) e lavoro (anche di più).