L’anziana sedeva composta incurante delle brusche frenate del tram. Una mano sulla borsa poggiata in grembo, l’altra aggrappata al sostegno verticale. Due ragazzine ridacchiavano sbirciando l’avambraccio della donna. La manica della camicetta era scivolata e lasciava intravedere una macchia bluastra sulla pelle grinzosa. Il calore della carrozza si dissolse quando lessi i numeri sbiaditi del marchio infame. Furibondo stavo per riprendere la coppia di sciocche ignoranti quando la signora mi guardò sorridendo. I suoi occhi sereni mormorarono lente parole: «Lasciale giocare, sono giovani, non sanno». Distolsi lo sguardo ma quella voce clemente la sento ancora quando sale la rabbia.