Gli appassionati di Sherlock Holmes finiscono spesso per trasformarsi, loro malgrado, in cacciatori di libri, oggetti, giochi, locandine, disegni – e chi più ne ha più ne metta – che parlino, riproducano, citino o evochino il loro eroe. Ci sono storie di collezioni e collezionisti che meriterebbero la scrittura di libri, tante sono le storie avvincenti e gli aneddoti curiosi che potrebbero raccontare.
Ma anche chi non si “ammala” fino a dedicare la propria vita e le proprie sostanze economiche a raccogliere tutto il materiale possibile dedicato a Holmes, alla fine cede al richiamo delle sirene. Un libro raro, un oggetto curioso, un disegno particolare anche loro finiscono per acquistarlo. Di questa seconda schiera di “portatori sani” di mania sherlockiana senz’altro faccio parte pure io. A me incuriosiscono, soprattutto, i libri, in particolare quelli che Sherlock Holmes lo evocano con chiarezza senza raccontare alcuna storia di Holmes (originale o apocrifa che sia). E il terreno di caccia che preferisco, per rintracciare questo genere di libri, è quello dei negozietti dell’usato e delle bancarelle nei mercatini.
È così che, nelle ultime settimane, sono venuto in possesso di un libro di cui ignoravo completamente l’esistenza. Si tratta de “Le disavventure di un poliziotto” (Fratelli Fabbri Editori) di Giancarlo Testoni. È un libro per ragazzi pubblicato nel lontano 1956. La copertina è subito ammiccante: un uomo col tipico – ma falso – deerstalker in testa, pipa in bocca, lente d’ingrandimento e pistola nelle due mani. Mi basta questo per decidere di acquistarlo. Si tratta di una raccolta di racconti molto brevi, all’insegna dell’ironia e della comicità. Il protagonista è “Occhio di Bue” – per discrezione è noto solo il suo soprannome – detective privato che fa parte dell’Ufficio Privato Detectives Associati, convinto di aver perfezionato i metodi d’indagine di Sherlock Holmes e invidiatissimo, così dice lui, dal collega Cav. Gerolimino. Esce sempre accomunato dal suo segugio Cubetto e si intestardisce a scorgere il crimine in ogni conversazione, ogni atteggiamento o azione di chi incontra per caso.
Le citazioni, soprattutto per paragonarsi al suo – e nostro eroe – si rintracciano in parecchi racconti. In uno di essi si omaggia anche il mondo degli apocrifi, con “Occhio di Bue” che rilegge “Sulla pista del misfatto”, un’indagine di Holmes a noi sconosciuta. In un altro racconto, il protagonista, come Holmes, adotta l’arte del travestimento e, in un’altra avventura ancora ci informa che al pari di Holmes sta scrivendo una monografia utile alla criminologia: il “Metodo infallibile per scoprire i ladri”. E poi c’è il titolo di una storia – “La villa disabitata” – che richiama “La casa vuota”, titolo di un famoso racconto di Conan Doyle. Insomma, una chicca per chi va in cerca di libri rari e citazioni intelligenti del proprio eroe.