La mummia

Guardavo con ammirazione la salma rinsecchita che aveva attraversato i millenni superando il disfacimento della morte. Del faraone che aveva governato i deserti infuocati e le piene del Nilo restava un corpo annerito, svuotato delle viscere. Pensai alla cura degli imbalsamatori: resine, oli aromatici e natron. La seduzione dei canopi smarriti. Muovendomi adagio vicino al bordo della teca, notai un movimento sul volto disseccato, imputai allo spessore del vetro quella deformazione, ma dopo, osservando con cura, ne fui certo, vidi l’abominio ghignare. Da sotto il cristallo, sbeffeggiava la nostra effimera realtà, godendo della devozione che ancora portavo verso la sua divina essenza.