La ballata del coronavirus

In questi giorni si susseguono sui vari siti le filastrocche sul virus Covid-19, un po’ per intrattenere i bambini confinati a casa, un po’ per insegnare loro come comportarsi. Non potevo sottrarmi io che più che poeta sono un contastorie.
 
La ballata del coronavirus
È arrivato il baco nero
a far del mondo un cimitero.
Lui è un virus discoletto
e tutti ammala e mette a letto.
 
Dappertutto è un quarantotto.
Ma ecco arriva Lancillotto…
Lancillotto, Lancillotto,
non lo accoppi quel pidocchio!
È invisibile a ogni occhio.
 
Più d’un microbo è piccino,
passar può da ogni buchino,
ed entrato in una bocca
frecce ardenti da lì scocca.
 
Di lancia e spada non ha paura,
non lo ferman mare o mura.
Corre e avanza, non ha freno,
prende nave, aereo e treno.
 
Ma a difesa, il genio umano,
preparato ha già un piano.
In prima linea, all’ospedale,
stanno eroi in tuta spaziale;
dietro noi con mascherina
gli lanciamo varichina.
 
Furbo lui ci tende la mano.
“Stai a tre metri, stammi lontano!”.
Per abbracciarci si fa avanti:
si respinge con i guanti.
 
“C’è il sole, prendi l’arco,
ed andiamo tutti al parco”.
“No davvero, no di certo,
ci contagi anche all’aperto!”.
 
Né nei bar, né nella strada
più trovar può varchi e biada.
Né sapone o alcol ci manca,
per bruciar fargli la pancia.
 
Se non entra nel polmone
fa la fame quel mangione.
Se io sto sotto il mio tetto
non lo nutro e non m’infetto.
 
Virus Covid-diciannove
andranno a vuoto le tue prove.
Rimarrai senza corona
perché il male mai non dona.
Non sei un re, sei un reo,
e ti facciamo “marameo”.

La filastrocca rientra nell'iniziativa di Toscanalibri.it "Racconti di scrittori toscani per i giorni del Coronavirus"