Sembrava un paffuto cherubino, quasi si potevano intuire due gracili alucce sotto le sgargianti camicie a fiori che portava in ogni stagione. Piccolo, sferico, gioioso, pronto al bene in ogni momento. La sua pelle dorata aveva l’ambrata sfumatura dei croissant e sfoggiava agitati riccioli, gonfi come panna montata. Si prodigava con energia verso tutti i bisognosi del quartiere. Questa continua e pia dedizione al giusto gli causava insoliti fremiti sulla schiena e guizzi gentili negli occhi zuccherosi. Rimasi sconcertato quando per strada un randagio pulcioso lo azzannò al polpaccio. Dalla ferita del morso vidi sgorgare due rivoli di crema pasticcera. Beh, era davvero una pasta d’uomo.