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In difesa del punto esclamativo

Cosa vi ha fatto il punto esclamativo? Di quale orribile colpa si è macchiato ai vostri occhi? Ditemelo, avanti! Ce l'avete con lui, è evidente. Come mai sui social riuscite a usare quindici punti esclamativi di seguito e in un racconto avete paura a usarne anche uno solo? Siete rimasti traumatizzati in prima elementare? Cos'è successo? Un motivo dovrà pur esserci. Ripassiamo: gli imperativi vogliono il punto esclamativo, così come le interiezioni e le esclamazioni (lo dice anche il nome). Insomma, provate se ci riuscite a dire a un vostro amico "Prego, accomodati.": resterà in piedi sulla soglia con aria triste. Se invece gli direte:"Prego, accomodati!", si sentirà accolto e in men che non si dica sarà già seduto in poltrona. E se qualcuno vi pesta un piede, dubito che vi limiterete a proferire un "Ahi. Accidentaccio.", mi sa tanto che griderete:"Ahi! Accidentaccio!". E quello si guarderà bene dal farlo ancora, caspita! Infine non si può dire "Che bello" e poi mettere un punto fermo. Non si può nemmeno dire "Mannaggia", "Per bacco" o "Cielo, mio marito" e poi mettere un punto fermo. E di fronte a "Aiuto" con il punto fermo nessun principe verrà mai a salvarvi. Datemi retta: metteteci un punto esclamativo e la vita sarà migliore per tutti, anche per i vostri lettori!

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