Mi aveva incantato con modi raffinati e piglio deciso. Un uomo d’altri tempi, un maschio finalmente. Stringerne il braccio muscoloso poggiando la testa sull’ampia spalla erano gesti rassicuranti. Purtroppo dopo alcune settimane la figura del professionista risoluto si stava già offuscando. Ogni prestigio sociale svaniva di fronte ai continui malumori infantili, per non parlare delle estenuanti conversazioni telefoniche con la madre. Stupida, stupida, stupida! Ora al mio fianco ciondolava un bambolotto di pezza, un sibarita che non aveva la stoffa del comando. In effetti, che fosse un pupazzo, avrei dovuto capirlo dall’inusuale quantità di lanugine che produceva nell’ombelico.