Albeggiava quando fui svegliato da un isterico cinguettio. La prima notte di vacanza era stata turbolenta e avrei voluto riposare. Mi affacciai con fatica sul balcone comprendendo che l’origine del barbaro ciangottare era un ometto che zufolava a pieni polmoni. In paese seppi che chiamavano il disagiato “l’Usignolo”. Eh, ci credo! Scesi in spiaggia, ma l’immagine di quel tipo, che del pennuto aveva anche l’aspetto, mi ossessionò per l’intera giornata: un pazzo in preda al delirio. A sera, rientrando dal mare, già mi aspettavo l’insano gesto. Lo vidi gettarsi dalla lanterna del faro. Fu quello che accade dopo a stupirmi: l’abominio svolazzò fischiando verso il tramonto con grazia seducente.