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Il libro di giada

Splendidi, curiosi e rari. Quando si dice di un libro che rappresenta un tesoro o un gioiello, in questo caso si è letteralmente vicini alla realtà. L’uso della Giada in Cina come materiale rituale risale con tutta probabilità addirittura al Neolitico. Secondo un antico proverbio cinese l’oro ha un prezzo ma la giada non ne ha. Oggetti di giada che avevano un significato religioso o indicavano un determinato status, politico o sociale. Nella prima di queste foto un meraviglioso libro di giada con il suo sigillo imperiale. Il sistema dei libri e dei sigilli fu fondato a partire dalla dinastia Qing. I 25 sigilli imperiali erano una rinomata collezione di sigilli ideata dall'imperatore Qianlong per rappresentare il potere statale. Ne era ben specificato il rispettivo ambito di utilizzo. Di quei 25 sigilli imperiali, 23 erano di giada, con un disegno di drago e iscrizioni in caratteri Manciù e Han. Originariamente realizzati in oro e giada, sigilli imperiali e libri furono realizzati solo in giada dal 36 ° anno del regno dell'Imperatore Qianlong. Libri di giada e sigilli di giada con titoli postumi furono realizzati per ex imperatori ed imperatrici deceduti quando tali titoli venivano conferiti. I testi potevano avere carattere evocativo o rituale, qualche volta si trattava di poesie. Quanto segue è una libera rielaborazione di concetti e suggestioni provenienti da quei testi.

Il libro di giada
Davvero sembra uguale a un cielo
Che come la giada non nasconde mai insidie
Oltre la pelle d’ambra
Il tuo sorriso che svela la bocca
Piccola foglia tonda e carnosa
Quel tanto che basta a baciarla.
Sulle mie labbra
Muoiono le onde del tuo dolce respiro
In quei respiri di rosso cinabro
Sono intrecciati in nodi segreti
Le forti fibre di tutti i tuoi pensieri
Che solo io potrei sciogliere.
 
Quando sono partito
Ho lasciato le mie mani nelle tue
Il cuore incastonato nel tuo petto.
 
Ne fiorirà la notte
Che sempre si accenderà tra sole e sole
Della sua fitta lanugine nera
Mi farò una coperta
Calda e accogliente come i tuoi occhi
Perché attorno a me
Non si accumuli la densa
e acre cenere del silenzio
 
Il libro di giada di cui ti ho fatto dono ti veglia
Come si veglia un altare
Quel libro è uno specchio amico del tuo volto
Come il mare
Parla con onde che increspano la luce
Non ha voce, ma ha parole vere, immutabili
Simili a quelle di un padre
 
Le parole degli amanti sono invece corda spezzata
vento rabbioso che si torce come ferro sull’incudine
Impalpabile vuoto che cresce
tra gocce di pioggia sempre più trasparenti.
Non possono né attendere
Né trascendere questa stagione.
Come un semplice fiore
Che non può trattenere il tempo
Non sono capace di attesa
 
Ora che sei lontana e le tue montagne coprono il mio sole
La terra si fa specchio arido e netto della mia ombra smarrita.
Solo pochi giorni fa sulle montagne
Come i segni del cielo che scorrono sul libro di giada
Così correvano le stelle sulla tua schiena vicino alla mia.
 
Ora il fiume, quasi in secca, non mi porta più
Il suono di quelle poderose cascate, il crepitare di infiniti echi.
Nelle mie orecchie
Non corre fischiando come sangue la tua voce.
 

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