Questo libro è un manoscritto, ma di un tipo molto particolare. I manoscritti a foglia di palma sono manoscritti realizzati con foglie di palma essiccate. Queste foglie sono state usate come materiale di scrittura nel subcontinente indiano e nel Sud-est asiatico almeno fin dal V secolo a.C. Questi in particolare sono Lontar: il termine è composto da due antiche parole giavanesi, vale a dire "foglia" ron e tal "palma”.
Le foglie di palma, prima cotte e fatte asciugare, erano incise con una specie di temperino; sulla loro superficie venivano quindi applicati i colori e cancellati, lasciando l'inchiostro nelle scanalature incise. Ogni foglio in genere aveva un foro attraverso il quale poteva passare una stringa, e con questo sistema i fogli erano legati insieme. Ai due capi della stringa era collegata una moneta.
Un testo come questo poteva durare da qualche decennio a (nei casi più fortunati) circa 600 anni prima che l’umidità, l’azione degli insetti e la muffa si portassero via il libro e le sue storie. Pertanto, il documento doveva essere copiato con una certa frequenza su una nuova serie di foglie di palma essiccate. Il che era complesso sia per il tempo necessario a riprodurre il manoscritto (anche più di un mese) che per quello necessario a trattare le foglie. Per pulire e migliorare la flessibilità delle foglie di palma si usavano vari sistemi tra cui l'applicazione di una miscela di olio di citronella e polvere di noce indiano sulla superficie delle foglie.
Perlopiù i libri avevano una custodia protettiva ottenuta in bambù e finemente decorata con motivi ornamentali. Un Lontar poteva contenere scritti tratti da riti e leggi religiose, poteva trattare di astronomia e astrologia, omeopatia e guarigione, parlare di storie ed epopee, storia e genealogia, arti dello spettacolo e storie illustrate. Ma ormai pochi riescono a ripararli e ancor meno a leggerli.