«L’illustrissimo Cosimo III de’ Medici aveva ricevuto, direttamente nella sua residenza fiorentina, la supplica del Pascià della Turchia, il quale richiedeva un bravo medico presso la sua Corte per curare i dolori che gli tormentavano il ginocchio. Nessuno era riuscito a capire quale fosse il male del Pascià, ma si diceva che non camminasse da quindici anni e che i medici turchi avessero peggiorato la sua situazione. I progressi fiorentini della scienza medica erano conosciuti in tutto il mondo e da qui la richiesta. Cosimo III discusse a lungo con il suo archiatra, il dottore principale della famiglia, Francesco Redi, sull’opportunità politica di inviare un suo uomo nel cuore del mondo islamico in un momento di grandi scontri. Fu proprio su consiglio di Redi che, alla fine, scelse Michelangelo Tilli.» (p. 18). Michelangelo Tilli è un botanico che tuttavia, nella Toscana del 1683, dà prova di conoscere anche l’arte del medicamento e così è chiamato a partire per un’avventura che lo distoglierà dal suo mondo abituale per catapultarlo in una realtà nuova e ricca di fascino. In effetti, è proprio da questa situazione che si dipanano le vicende narrate da Claudia Centi, che nel suo bel romanzo “I fiori del caffè profumano di gelsomino” (Federighi), ci regala un modo fiabesco, da Mille e una notte, dove fragranze del Bosforo, scenari meravigliosi della Turchia, misteri del mondo ottomano e amori segreti si mischiano in un tutt’uno sfolgorante, una sorta di prisma variopinto dalle mille sfaccettature. Claudia Centi, empolese, scrittrice, blogger e addetta stampa, unisce all’attività pubblicistica anche quella politica che la porta ad essere prima, nel 2014, assessore alla Cultura del Comune di Castelfiorentino e poi, un anno dopo, vicesindaco nella stessa amministrazione. Si laurea nel 2011 con il professor Giovanni Cipriani e una tesi dal titolo indubbiamente significativo: Michelangelo Tilli: medico e naturalista di Castelfiorentino. Claudia Centi ha un bello stile scorrevole, riesce a tener viva l’attenzione del lettore, riportando in vita personaggi storici e intrecciando le loro vicende sapientemente con l’arte del romanzo di cui sembra conoscere i segreti. Appassionante, divertente, immaginifico, il libro si svolge pagina dopo pagina affascinando anche il lettore meno propenso ad avvicinarsi ai romanzi storici e, in qualche modo, permettendo a tutti di vedere come ogni epoca presenti vicissitudini per certi versi simili anche a distanza di secoli.