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Golem. Un gigante di argilla ci guida nel “lato e” della vita

Nella rubrica Golem si parla di vita ebraica. Non come lo farebbe un ebreo osservante, ma come chi come me, laico, laicissimo, dell’ebraismo ha vissuto più le tradizioni che i riti, più i ricordi e i frammenti di esistenze vissute che non gli aspetti religiosi e liturgici. In altre parole si parlerà più di naturale che di soprannaturale, più di noi e meno di Lui. Su un muro di una casa affumicata di Brooklyn c’era scritto: “ essere ebrei è un’esperienza meravigliosa che ognuno dovrebbe provare almeno una volta”. E’ questo che mi piacerebbe raccontare in questa rubrica: lo stupore, la meraviglia di vivere da “giudii” almeno una volta nella vita. Dunque, Golem! Nella mitologia ebraica il Golem è una specie di umanoide fatto di argilla che può essere evocato e manovrato a comando. Per questa sua caratteristica di “massa che deve prendere forma”, Golem è diventato uno dei termini ebraici più abusati dal mondo editoriale. Ci sono rubriche con questo nome alla radio, su Internet, alla televisione e sui giornali. Mi scuso con chi lo ha usato e chi forse ancora lo sta utilizzando, ma essendo Golem un nome proprio, credo che lo si possa adoperare senza danneggiare nessuno. Da oggi quindi, insieme a voi, cercherò di animare il nostro robottone di creta per dargli una forma di comune interesse: fatta di idee, spunti, chiarimenti, aneddoti, racconti, informazioni e mistici segreti della vita ebraica. Parleremo di cucina e di viaggi, di regole e di arte, di feste e di cinema, di persone, di libri e di superstizioni, di tecnologie di musica, di società, di amore, di storia e di teatro. Parleremo mille lingue e attraverseremo mille paesi. Sentiremo l’odore del pesce messo ad affumicare e del pane dolce sfornato il Sabato, il suono di fisarmoniche danzanti e il corno suonato per la festa. Tenteremo di mettere in evidenza, settimana dopo settimana, le certezze e le contraddizioni del complesso, nevrotico e millenario mondo giudaico. Il tutto attraverso un punto di vista particolare, una latitudine attraente e diversa della vita: il “lato e”: quello ebraico.

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