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Golem. Le grandi famiglie di Kiryat

A Kiryat Yoel è tutto smisurato. “Oversized” come si dice da quelle parti: Orange County Stato di New York. Tutto grande enorme: parcheggi, scuole, sussidi, sinagoghe, sconti nei centri commerciali, e perfino la povertà. Gigantesca anch’essa. Tutto è a misura delle famiglie più numerose d’America. Sono i Satmar, ebrei membri di un gruppo ortodosso che affonda le sue radici in Transilvania, fra l’Ungheria la Romania di oggi. Esattamente da Szatmarnemeti. Impronunciabile ed evocativo. Popolano Kiryat Yoel in 5000; parlano Yiddish e lo scrivono pure sui cartelli stradali, sopavvivono con i contributi del Governo, sono devoti allo spirito guida del Rabbino Joel Teitelbaum e sono contraddistinti da una prerogativa unica: ogni famiglia è composta da una media, dico media, di nove figli. Per dare un quadro chiaro su cosa questo significhi, qualche giorno fa è accaduto che l’anziana matrona Yitta Schwartz fosse venuta a mancare. Si dice che al suo funerale, neppure il vento fosse riuscito a passare tanto fitte erano le palandrane nere dei parenti che erano venuti a darle l’estremo saluto. Dietro al feretro, ricoperto da un sudario di velluto liscio nero infatti, a ricordare i 93 anni intensi della “rebbetzin” c’erano i suoi 15 figli, duecento nipoti e un battaglione di pronipoti che tutti insieme facevano un paio di migliaia di discendenti. Gli uomini tutti avanti, in ghingheri per quanto possibile, col vestito delle cerimonie e i cappelli a falda larga lucidi e pettinati, e tra di loro Shaindel il figlio maggiore, 75 anni. Dietro, nella parte finale del corteo le donne. I capelli raccolti in sciarpe di seta di mille colori scoloriti da una ricercata sobrietà estrema. Infagottate in abiti che non concedono alcun affioramento della grazia di chi li indossa e che come una specie di telaio paiono aiutare a sorreggere le fatiche quotidiane. Intorno a loro e fra le braccia i mille e mille bambini che giocano e si divertono con una sorta di inusuale ordine pio ed educato. La piccola Yitta, già lì, si chiama come la bis-bis-forse ancora bis-nonna, è nata da sole due settimane. La pancia appunta di Sara, che apre come una prua l’onda di ragazzini, è inequivocabile: da lì a qualche giorno ci sarà un nuovo arrivo. E forse sarà Eliah. Nel cimitero extra-large di Kiryat, sembrerà un paradosso, ma tanto è grande la vita che pare non esserci spazio per la morte.

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