Giorgio Bassani (lo scorso 4 marzo si è celebrato il centenario della nascita) fu scrittore sempre fedele alla traccia della memoria. Nella sua prosa pacata e ‘rammemorante’ i personaggi sono quasi sempre segnati dalla crudeltà delle vicende storiche e dalle ferite psicologiche che la storia infligge loro. C’è un continuo intento di richiamare in vita persone e cose per sottrarle alla dimenticanza, all’oblio. La memoria è un corridoio che è giusto percorrere.
Il passato non è morto […], non muore mai. Si allontana, bensì ad ogni istante. Recuperare il passato dunque è possibile. Bisogna, tuttavia, se proprio si ha voglia di recuperarlo, percorrere una specie di corridoio ad ogni istante più lungo. Laggiù, in fondo al corridoio, sta la vita, vivida e palpitante come una volta, quando primamente si produsse. Eterna, allora; Eterna. E nondimeno sempre più lontana, sempre più sfuggente, sempre più restia a lasciarsi di nuovo possedere.
[da “L’odore del fieno” in Romanzo di Ferrara di G. Bassani]