L’adorabile signora Crispo non aveva modo di godersi la pensione poiché al ventuno del mese il denaro era pressoché esaurito. Vedova e malconcia conservava tuttavia un invidiabile buonumore pur veleggiando ai confini dell’indigenza. Calzature sgargianti e cerchietti floreali tra i capelli d’argento erano tracce di una senile eccentricità che destava allegria nel vicinato. Invecchiando puerili favole erano tornate ad affollarle la testa. Su tutte ve n’era una nella quale l’anziana donna sembrava credere con tenacia. Alla sera nascondeva sotto il cuscino la dentiera scheggiata confidando che una caritatevole fatina sostituisse nottetempo la protesi con una busta zeppa di quattrini.