Nella collana Pubblicazioni in piccolo formato che offre al suo interno preziose pubblicazioni di alto valore letterario, Olschki pubblica per la prima volta gli Erotopaignia, ossia i Giochi d’amore di epoca bizantina, introdotti, tradotti e curati da Lucio Coco. I paignia fin dalla classicità erano componimenti ludici, dal carattere leggero e frivolo che proseguirono in periodo ellenistico per approdare nella letteratura latina: ne ritroviamo traccia ad esempio nelle celebri nugae catulliane: come spiega il curatore, «Platone, ad esempio, definisce paignia quei componimenti capaci di suscitare il riso, riportando quello che era il dato della tradizione che si riferiva a testi poetici di argomento scherzoso e frivolo» (p. 5). In questo caso, l’argomento affrontato è quello amoroso e i “giochi” altro non sono che l’occasione per ritornare ai topos letterari dell’amante respinto, ignorato, desideroso di congiungersi alla sua amata, bramoso di goderne le grazie. La delicatezza con cui tali tematiche vengono espresse, il modo fresco e leggero che le contraddistinguono, rendono la lettura piacevole al punto dal portarmi ad assimilare questi piccoli giochi alle ciliegie e al ben noto effetto a catena che produce il gustare questo frutto. Si prenda ad esempio la piacevole raffinatezza di questo componimento: «O fiaschetta, come ti invidio la tua deliziosa grazia! Tu una brocchetta, io un uomo, hai però una fortuna migliore della mia perché porti fresca acqua alle labbra della giovane.» (p. 36). La struttura dell’opera è divisa in sei parti: le sezioni I, II, V sono accomunate per essere alfabeti acrostici, la sezione III contiene le “Cento parole”, mentre le sezioni IV e VI raccolgono poesie sparse.