I genitori gli avevano raccontato dell’oceano ma nessuna storia poteva descrivere lo spettacolo che stava ammirando: un’infinita distesa multicolore semitrasparente. La massa compatta di plastica che lambiva le neoterre ondeggiava a perdita d’occhio. Il ragazzo strinse eccitato la mano del padre e saltarono assieme dal termoaliscafo. Mute e respiratori avrebbero garantito un’avventura di pochi minuti. Superato il ruvido strato artificiale raggiunsero l’acqua tiepida. Puntarono le torce verso l’abisso e dal buio emersero le prime forme massicce di edifici sommersi. Un’emozione invase il cuore del giovane, solo pochi decenni prima quelle torri desolate sfioravano le nuvole.