Adone fu una delle più complesse figure di culto dei tempi classici ed ha assunto numerosi ruoli in ogni periodo. Lo stesso curatore, Andrea Torre, ammette quanto “il mito in questione è stato oggetto nel corso dei secoli di un vero e proprio processo di stratificazione semantica”. Molteplici significati dunque, ma quali i principali? Non tutti si presentano allo stesso livello agli occhi del lettore contemporaneo; proprio per questo il volume presenta una rassegna dei testi che hanno il loro fulcro nel mito in relazione ad alcune delle sue tematiche fondamentali: il rapporto tra uomo e natura, tra passione e ragione, tra nascita e morte, tra cristiano e pagano, il rapporto tra i sessi e via dicendo. Perché il fascino di questo personaggio mitico, nonostante lo scorrere del tempo, continua a riscuotere successo? La risposta si trova nei vari testi –favole, lettere e idilli appunto– che rappresentano molti Adoni, o forse uno solo dalle mille sfaccettature. Si riscontrano in essi variazioni di toni, stili e registri, tutti però convivono con le tre fasi basilari della storia di Adone: l’idillio erotico con Venere, l’incontro con il cinghiale e il lamento della dea dopo la morte dell’eroe; parabola questa, che sintetizza la tensione tra stato di piacere e stato di dolore tipica della vita umana. Un testo dunque, realizzato in collaborazione con Stefano Tomassini –curatore del secondo volume di cui si compone l’opera “Variazioni su Adone II, libretti musicali e di ballo (1641-1898)”– da leggere non solo come mito avulso dalla società di oggi, ma anzi, come un racconto che di essa fa parte e in essa si immerge; mito che pur restando sempre riconoscibile, viene trasformato e rielaborato più volte, con risultati sempre originali e sorprendenti.