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Un’ideologia per il ceto dirigente dell’Italia unita

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Curatore

N.pagine

502

Anno

2012

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Un’ideologia per il ceto dirigente dell’Italia unita

Pensiero e politica al Liceo Dante di Firenze (1853-1945)

Presidi, insegnanti e provveditori sono parte integrante della borghesia umanistica entrata in crisi a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento. Il liceo classico è anche per questo un luogo molto indicato per studiare il rapporto fra l’Italia e la politica. Il Dante di Firenze, in particolare, costituisce un osservatorio privilegiato, non solo per il suo importante rilievo nazionale, mantenuto !no alla prima metà del Novecento, ma anche perché la sua vicenda si svolge in una città che, almeno sino all’inizio del secolo scorso, è sentita come la capitale culturale della penisola. Dal Granducato alla Grande Guerra, all’avvento del fascismo, alle leggi razziste, alla Liberazione: basato su un’imponente mole di documenti inediti o poco conosciuti, il lavoro si propone di fare una storia delle idee politiche dei quadri intellettuali intermedi, cercando risposte ai grandi quesiti della storia nazionale: il Risorgimento fu una rivoluzione? Quanto fu «liberale» il moderatismo italiano? C’è continuità o rottura fra Italia liberale e fascismo? Quale fu il consenso della cultura al regime? Furono autoctone le radici della deriva razzista?

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Casa Editrice

Anno

2012

N.pagine

502

Formato

17×24

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