Un altro modo di raccontare. Poetiche e percorsi della fotoletteratura
«La morte è prima di tutto un’immagine» diceva Bachelard e molte etimologie rimandano proprio a questo rapporto. Nel latino imago, figura, simulacrum indicavano rispettivamente calco sul viso dei morti, spettro e fantasma. La fotografia, che Susan Sontag paragonò a una «maschera mortuaria», fin dalla sua invenzione implicò la paura ancestrale per il potere mortifero delle immagini. Benjamin nel 1935 scriveva che l’arte del racconto è nata in maniera
analoga, attraverso l’esperienza della morte. Letteratura e fotografia sarebbero dunque sorelle nel rappresentare il reale in forma narrativa, nel suscitare un percorso immaginativo: dietro ogni scatto si celano infinite trame di romanzi. Nei sette capitoli del volume si analizza il rapporto tra letteratura e immagine, la fototestualità come genere che attraversa la scrittura autobiografica, il reportage e il racconto dei luoghi, la narrazione dei grandi eventi storici per approdare all’era attuale, definita post-fotografica, dove la manipolazione delle immagini altera la rappresentazione.