Tu che sussurri alla mia anima
Onore, rispetto, questi sono i fondamenti di vita di Maria Castillo, sedicenne indomita e ribelle, figlia del Marchese e Senatore del Regno delle Due Sicilie nell’età Borbonica dell’Ottocento, Giuseppe Castillo, discendente di una nobile famiglia spagnola. Maria, oltre ad avere nobili origini da parte del padre, ha anche singolari origini da parte materna, Donna Rosalia Escobedo, l’ultima erede di Rodrigo Escobedo, membro dell’equipaggio che fece parte nella spedizione di Cristoforo Colombo per la conquista dell’America sbarcando, però, a San Salvador ed entrando in contatto con il popolo dell’isole, i Taino. Di tale popolo Rodrigo, che era stato incaricato dai reali di Spagna di redigere un diario sulle vicende della spedizione, divenne un assiduo ospite, innamorandosi della figlia del capo cacicco, Maya, sacerdotessa e sciamana del suo popolo. Giuseppe Castillo, ha promesso in sposa Maria – per sanare i suoi debiti, contratti dopo la morte prematura della moglie – al figlio ventunenne del Sultano dell’Oman, Sargon Dib Sultan. La storia si svolge prevalentemente nella fattoria Castillo a Camporeale, dove Maria cresce accudita da Anita, da prima dama di compagnia della madre, e dopo, sua madre adottiva, governante e confidente. La notte antecedente il suo sedicesimo compleanno, uno strano sogno cambierà la sua vita, tanto da farle dubitare di essere sana di mente. Il giorno successivo, il padre la convoca a Palermo e da qui in poi la sua storia si snoda tra complotti e trame di attentati, attraverso continui rimandi e riferimenti di carattere storico, fantastico, sentimentale e sociale, laddove si affrontano ad esempio questioni legate al maschilismo e alle similitudini che ci sono tra la religione musulmana e quella cristiana.