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Raccolta di 44 poesie di Menotti Galeotti seguite dal testo critico di Rodolfo Tommasi Le radici al vertice.
«La poesia moderna nasce da una ricerca formale volta ad attingere alle radici del sentire, oltre la retorica tradizionale. Ma questa ricerca, quando prevale l’aspetto formale, rimane fine a se stessa. Quando invece il cercare dà vita ad una pagina dove emerge l’esito del trovare, allora la poesia si offre in tutta la sua evidenza. In questo senso Menotti Galeotti è un moderno “trovatore” che qui raggiunge il massimo della felicità espressiva. I testi si susseguono come vagoni “di un treno azzurro” sull’onda di una “musica sacra” che evoca – com’egli scrive – “la sapiente armonia/dei lontani maestri” e “tutto riappare/in sequenza di luce/luoghi e volti cari”; dove hanno spazio anche le presenze dei migranti che hanno lasciato “Lontano la terra d’Oriente/i cembali amici.” Così, nel poemetto si passa dal diario familiare allo slancio romantico, dal paesaggio “en plein air” all’impegno, dall’invettiva al “fermo d’immagine” lirico, tutto all’interno di una unità stilistica per la quale ogni definizione si fonde nella rifondazione del poièin, ovvero della poesia in divenire. Nel chiudere la lettura di queste “Stazioni” vorrei affidarne l’alto messaggio alla poesia “Ragazzo di strada”, che termina: “Solo la speranza salva/la mente e il cuore:/all’alba diverrai/colomba nello specchio/di cielo che ti guarda/in trepida attesa./E domani verrà il giorno/del volo al di là del muro.” Una immagine da salvare nel cuore e nella mente.» (Franco Manescalchi)
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