Frange di vita raccolte in un libro delizioso che Giulia Giudice ci offre con una delicatezza altrove impensabile e con una qualità di scrittura che nasce dalla grande cultura dell’autrice. Storie personali, soste per permettere ai pensieri di elevarsi a ricordi concreti e sempre interessanti. Storie minime, quotidiane, racconti veri ristretti negli spazi di una stanza, una casa delle vacanze, un incontro, un fatto insolito, le famiglie e le amicizie, storie mai banali e anzi raccontate con una leggerezza che conquista e invoglia alla lettura per capire l’evoluzione dei fatti o il carattere di uno dei protagonisti. Una vera scoperta, quest’autrice saggia e dalla mano amorevole: ci regala un testo che è una carezza e anche un abbraccio dal quale non vorremmo separarci. “Adesso che conto l’età non più in anni ma in lustri, tuttavia ritrovo frange di mesi, pendagli di giorni e un giorno, quel giorno, in cui uno sguardo un gesto un respiro fermarono il tempo. Adesso che dalla riva non aspetto più che passi chissà chi o chissà cosa, tuttavia osservo le increspature i mulinelli i gorghi orlati di schiuma intorno a una roccia o a un sasso…”.
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