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L’Ottocento è stato il secolo della nascita della fotografia e della sua rapida diffusione, ma solo attorno al 1890, con la messa a punto della tecnica a lastra a mezzatinta, le foto entrano a far parte del corredo dei libri d’arte e di architettura: a Firenze il primo stabilimento zincografico capace di tale innovazione fu quello aperto da Guglielmo Vasori nel 1898. Fino ad allora la narrazione dei luoghi e delle loro bellezze è esclusivamente veicolata da incisioni in bianco e nero.
Ma la fotografia influenza già nell’Ottocento il modo di vedere la realtà e quindi il modo di disegnare le vedute destinate all’incisione o alla litografia per consentirne la riproduzione. Se per lungo tempo gli illustratori hanno cercato di semplificare il loro lavoro rifacendosi a immagini già date alle stampe codificando punti di vista e luoghi rappresentativi, nel momento in cui si sono rese disponibili le fotografie ci si è riferiti a quelle, aprendo progressivamente a varianti negli scorci e a tagli compositivi innovativi, che in alcuni casi assumono il valore di istantanee.
Questo quaderno propone alcune delle centinaia di incisioni che hanno fatto conoscere i monumenti e le architetture di Firenze nel mondo, arricchendo le guide e i libri che nell’Ottocento si stampavano a Parigi come a New York e che a questa città guardavano come alla culla della civiltà occidentale. Ciò non tanto per documentare come era la città in quel secolo, quanto per far riflettere sulle declinazioni possibili di questa ‘idea’.
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