«Sono il pero e la zucca di me stesso » . Carteggio 1930 1970
A cura di Roberta Colbertaldo
Con una nota di Sandra Bonsanti
I carteggi sono fonti preziose, intime, imprescindibili in alcuni casi. E lo sono ancora di più quando i corrispondenti sono legati da una profonda amicizia, coltivata per lunga parte della vita, e sorretti da un’empatia e da una solidarietà reciproche e speciali. È il caso di Alessandro Bonsanti e Carlo Emilio Gadda che, a partire dal 1930, intrattennero un fittissimo scambio epistolare di cui rimangono oltre 300 lettere (conservate nel Fondo Gadda del Gabinetto Vieusseux e in gran parte finora inedite) che documentano un sodalizio tra i più significativi del Novecento letterario italiano, mettendo in luce il percorso biografico letterario-editoriale di Gadda insieme al ruolo fondamentale svolto da Bonsanti nel sostenerlo e sollecitarlo a scrivere. Un’amicizia che perdura intatta tra le difficoltà della vita quotidiana e le tragedie della storia, in un’Italia che dai tetri anni del fascismo si evolve verso una faticosa e frastornante modernità.