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Sinfonia

Sinfonia rappresenta uno snodo cruciale dell’opera di Pizzuto, che qui consuma l’ultima rottura dell’unità narrativa: l’abolizione del personaggio, di cui restava parvenza nel Lumpi di Paginette, ancora in qualche modo garante di una temperie romanzesca. La rinuncia ai «fatti» e ai «loro autori» che, dice Pizzuto, dovranno rimanere «tra parentesi», porta a una narrazione senza bussola, costituita da accumuli di eventi irrelati che il lettore è chiamato a connettere «in contuizione», consuonando con l’artista che li ha congiunti per impulsi musicali, fuori da ogni costrizione meramente diegetica. Privo dell’orizzonte di attesa offerto dalla trama, il racconto pizzutiano concresce su se stesso, convocando ‘cose di vita’ (i rerum vitalium fragmenta di cui parla Marzio Pieri) in uno spazio che ne esclude la filiazione causale, in un tempo sospeso, dove ognuna di esse torna alla sua alba, al suo aleatorio presente. In questo ‘campo di particelle’ possono così pariteticamente orbitare le epifanie di una esistenza (la magica funicolare di Palermo, un amore impossibile, un’amicizia ‘musicale’, un paese arroccato sui monti siciliani, una gita scolastica, il maestro di studi, fino ai soprassalti di un attimo, restituiti nel loro accadere) e i fluttuanti corpuscoli delle sue immaginazioni, che di volta in volta raggiungono la guerra mai combattuta, la notte della preistoria o le insondabili rêveries (l’invasione dei serpenti, la foresta mobile, la creatura marina antropomorfa) a suo tempo affidate alla Sinfonia giovanile e qui nuovamente in atto, a testimoniare la «continuità creativa» che l’autore assegnava al proprio lavoro. Il commento di Antonio Pane mira in primo luogo a identificare, per quanto possibile, le singole tessere del variegato mosaico, seguendo i criteri proficuamente collaudati in quello fornito a Testamento: restituzione delle coordinate spazio-temporali eclissate dalla programmatica decurtazione del contesto; ricerca dei referenti autobiografici o comunque dei tratti riconducibili all’ambiente dei familiari e amici di Pizzuto; individuazione di fonti particolari; sinossi intertestuale; scioglimento dei molteplici rimandi di specie letteraria, filosofica, scientifica, erudita; interrogazione delle varianti depositate nel «manoscritto originale».

25,00 

Spedizioni entro 8 giorni. Perché vale la pena aspettare.

Editore

Codice EAN

Curatore

N.pagine

360

Anno

2012

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Sinfonia

Sinfonia rappresenta uno snodo cruciale dell’opera di Pizzuto, che qui consuma l’ultima rottura dell’unità narrativa: l’abolizione del personaggio, di cui restava parvenza nel Lumpi di Paginette, ancora in qualche modo garante di una temperie romanzesca. La rinuncia ai «fatti» e ai «loro autori» che, dice Pizzuto, dovranno rimanere «tra parentesi», porta a una narrazione senza bussola, costituita da accumuli di eventi irrelati che il lettore è chiamato a connettere «in contuizione», consuonando con l’artista che li ha congiunti per impulsi musicali, fuori da ogni costrizione meramente diegetica. Privo dell’orizzonte di attesa offerto dalla trama, il racconto pizzutiano concresce su se stesso, convocando ‘cose di vita’ (i rerum vitalium fragmenta di cui parla Marzio Pieri) in uno spazio che ne esclude la filiazione causale, in un tempo sospeso, dove ognuna di esse torna alla sua alba, al suo aleatorio presente. In questo ‘campo di particelle’ possono così pariteticamente orbitare le epifanie di una esistenza (la magica funicolare di Palermo, un amore impossibile, un’amicizia ‘musicale’, un paese arroccato sui monti siciliani, una gita scolastica, il maestro di studi, fino ai soprassalti di un attimo, restituiti nel loro accadere) e i fluttuanti corpuscoli delle sue immaginazioni, che di volta in volta raggiungono la guerra mai combattuta, la notte della preistoria o le insondabili rêveries (l’invasione dei serpenti, la foresta mobile, la creatura marina antropomorfa) a suo tempo affidate alla Sinfonia giovanile e qui nuovamente in atto, a testimoniare la «continuità creativa» che l’autore assegnava al proprio lavoro. Il commento di Antonio Pane mira in primo luogo a identificare, per quanto possibile, le singole tessere del variegato mosaico, seguendo i criteri proficuamente collaudati in quello fornito a Testamento: restituzione delle coordinate spazio-temporali eclissate dalla programmatica decurtazione del contesto; ricerca dei referenti autobiografici o comunque dei tratti riconducibili all’ambiente dei familiari e amici di Pizzuto; individuazione di fonti particolari; sinossi intertestuale; scioglimento dei molteplici rimandi di specie letteraria, filosofica, scientifica, erudita; interrogazione delle varianti depositate nel «manoscritto originale».

25,00 

Spedizioni entro 8 giorni. Perché vale la pena aspettare.

Casa Editrice

Anno

2012

N.pagine

360

Formato

15×21

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