Paolo Zagari torna con un nuovo brillante lavoro. Ironico non meno che tormentato, divertente non meno che spietato, il romanzo tratteggia la vita di un bambino che si trasformerà suo malgrado in uomo. La storia si svolge in una cittadina di mare della costa laziale nel trentennio che ci porta alle soglie del 2000. Qui, in mezzo a una tribù di mamme, nonne, cugini e amici strampalati, ha luogo l’educazione sentimentale del protagonista che, tra incertezze e passioni, si muove alla scoperta del mondo delle sensazioni. Biciclette, cabine, biglie, dottori, ansie e malinconie insieme a sesso e amore fanno da sfondo ai racconti del Romanzetto marino. Un ritratto vivido e delicato con un ritmo che va di pari passo con il corso travolgente dell’età e degli stati d’animo; più che un romanzo di formazione è un romanzo per quadri che, con i suoi otto episodi, scandisce, tra comicità e malinconia, lo scorrere del tempo: dalla prima giovinezza alla maturità scolastica fino agli anni dell’ età adulta. Il tratto distintivo dell’opera è però il linguaggio, che con leggera profondità ci conduce, senza rimpianti o nostalgia, in un mondo ormai lontano, quasi arcaico, nel quale non esistono né internet né i telefoni cellulari; un mondo per certi versi oggi difficilmente immaginabile.