La vena marinaresca e avventurosa di London si sposa in questi appassionanti racconti con l’osservazione più cruda del nuovo colonialismo occidentale: sullo sfondo di paradisi tropicali dalle acque cristalline e dalla vegetazione lussureggiante, London ha la capacità di catapultarci nella vita reale di quelle isole lontane. Così ci troviamo in mezzo a terribili uragani, su velieri squassati dal vento, poi naufraghi in balia dei pescecani; vediamo soccombere missionari esaltati sotto la clava (e i denti) di selvaggi cannibali, a loro volta vessati, torturati e uccisi da sadici agenti dell’onnipresente Compagnia del Sapone Raggio-di-Luna, parodia della storica Compagnia delle Indie Orientali. Ogni volta il punto di vista cambia: London non si accontenta di raccontare, London vuole che noi viviamo e ci impersoniamo in tutti i ruoli possibili nella realtà delle colonie, facendo vacillare i presupposti su cui siamo abituati a basare il nostro giudizio sul bene e sul male. La bella traduzione originale è stata revisionata in alcuni aspetti datati del linguaggio, e resa più scorrevole e attuale.
Quando London si imbarca sullo Snark, barca che si era fatta appositamente costruire, si ripromette di scrivere mille parole ogni giorno – e sostanzialmente ci riuscirà. Si era molto indebitato e aveva chiesto anticipi agli editori. I mesi trascorsi nelle isole dei Mari del Sud fornirono a Jack nuovo materiale. L’ambiente naturale e la vita primitiva lo entusiasmarono. Dalle isole Salomone scrisse a Sterling: “Questa è la parte più primitiva del mondo. Caccia alle teste, cannibalismo e assassinio sono elementi predominanti. Quando siamo nelle peggiori isole del gruppo siamo sempre armati, di giorno e di notte, e di notte è necessaria la sentinella”. Seduto sul ponte, nei pomeriggi caldi leggeva a volte a Charmian, la moglie, e all’equipaggio quello che aveva scritto al mattino. Dalle Hawaii si spostano verso le isole Marchesi, passando per l’isola Vailima che era stata il rifugio di Stevenson e visitando quanto rimaneva della valle di Typee di Melville. Da lì poi va a Tahiti e a Papeete, nel gennaio del 1908, trova ad aspettarlo la posta di tre mesi: non sono belle notizie, le sue finanze sono in difficoltà. Rientra a San Francisco e cerca per l’ennesima volta di tappare le falle più gravi. Per sua fortuna sono in uscita Martin Eden e Il tallone di ferro. Tornato sullo Snark, riprende il viaggio: la Polinesia, poi le isole Figi, poi verso le Salomone. I Racconti dei Mari del Sud (South Sea Tales), che traggono ispirazione in gran parte dal viaggio compiuto sullo Snark, furono pubblicati nel 1911 dall’editore Macmillan.
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