Professore, adesso mi fai incazzare!
Il libro di Danila Talamo e Marco Rodi sembra paradossalmente la risposta di quella professoressa, cui scrissero gli alunni della scuola di Barbiana, cinquant’anni dopo. Ironico e in alcuni tratti quasi comico e grottesco, negli episodi di vita quotidiana tra gli alunni con i loro gerghi toscani, è comunque un libro molto amaro.
Sono due esperienze completamente diverse che, messe insieme, ci regalano uno spaccato del mondo della scuola, visto da dietro la cattedra, utilissimo per studenti e genitori, a volte troppo critici verso gl’insegnanti, perché ignorano le difficoltà quotidiane e le frustrazioni, che molti di loro patiscono. Danila Talamo intitola il suo racconto: Pillole di veleno quotidiano ( Ai giorni nostri ), è quello più lungo tra i due, nel quale attraverso le vicissitudini quotidiane dell’insegnante, vediamo oggettivate le innumerevoli e devastanti riforme della scuola italiana, di questi ultimi vent’anni, ma lo fa con garbo e poesia, prendendoci per mano. Più asciutta e veloce è la prosa di Marco Rodi, che con il suo: In punta di fioretto ( Gli anni ’80-90). Siamo a un passo dalla grande crisi economica, a un passo dalla decadenza di tutte le istituzioni, nei racconti di Marco si evince come la scuola sia sempre antesignana di quel che si muove sotto alle apparenze sociali. I ragazzi assorbono la disgregazione della famiglia, la caduta dei valori etici, e lo fanno a modo loro, provocatorio e maleducato a volte. Marco Rodi nei suoi simpatici aneddoti, ci consegna un’immagine retta di docente, attento a mantenere sempre il controllo sulla classe e su se stesso.