La scoperta di un nuovo poeta, Gino Pozzi, mi intrigava, e così ho iniziato a scorrere le pagine di una raccolta di un notevole numero di composizioni poetiche, e immediatamente ho avvertito un senso di grande vitalità sia concettuale che formale. La resa dei concetti fortemente sentiti, come specchi della propria anima, riflessi con le parole scelte e calibrate genialmente per istinto, nellOpera Poetica di Gino pozzi è straordinaria ed inconsueta.
Direi che nella sua “D’esser poeta” tutto ciò si evidenzia in maniera magistrale: Vergognarsi d’esser, d’esser poeta come un lupo ai monti, coi denti rossi del sangue d’una sparuta preda, lasciarsi cullare tra le merie del tempo, e pensare, pensare a quei versi che mai scrivesti Ora già in queste prime strofe, c’è così tanto simbolismo che ci vorrebbero fiumi di inchiostro per dipanare e vivisezionare tutti i più ermetici e reconditi significati di questi concetti mascherati da comuni ma efficaci parole.
Giancarlo Alù (critico letterario. scrittore, esperto d'arte)