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Poesia e filosofia all’ombra della Shoah

A cura e con introduzione di Rosaria Peluso

In una prosa intitolata Per collezionisti poveri, Walter Benjamin ha scritto che esistono libri che non occupano più di due centimetri nello scaffale di una libreria e, ciò nonostante, hanno saputo rappresentare il loro tempo meglio di monumentali “opere complete”. È questo genere di “collezionismo povero” che a suo giudizio andrebbe promosso: la riscoperta di «libri invecchiati» «che attendono inermi il collezionista che dia loro asilo». In questo tipo di collezionismo, assunto come principio metodologico e teorico, si inserisce la produzione in versi e in prosa di Vittorio Calef (1919-1964). I “due centimetri” di Calef hanno avuto un titolo: L’acqua e le foglie, una raccolta poetica uscita nel 1947, pubblicata in duecentocinquanta esemplari numerati, con disegni di Leonor Fini e Renato Guttuso. Si tratta di un’autentica meditazione poetica sulla ebraicità, «suggello della scabrosa, talvolta sgradevole imperfezione del nostro tempo». La maggior parte delle poesie qui ristampate sono tratte da questa raccolta, dove compaiono anche due prose “metafisiche”, una delle quali, Il diluvio, è un intenso dialogo interiore con Giovanni Gentile sul senso della storia. Col filosofo dell’attualismo Calef si era laureato nell’anno accademico 1940/41 su Aspetti della polemica esistenzialistica contro l’hegelismo (Kierkegaard, Heidegger, Jaspers). La tesi, riprodotta in appendice al presente volume, entra nel vivo del dibattito sull’esistenzialismo allora nascente in Italia. Calef è stato inoltre assistente di Gentile all’Istituto di Filosofia di Roma, collaboratore all’Enciclopedia Italiana, alle edizioni delle opere di Leonardo da Vinci e di Giuseppe Pitrè, redattore del «Giornale critico della filosofia italiana»: tutto ciò nell’ombra, a causa della sua origine ebraica. Dopo la guerra si dedica alla politica e al giornalismo e fonda il giornale «Il Punto», organo in contatto con le più prestigiose testate internazionali e fautore della riunificazione dei socialismi e del dialogo tra la Sinistra e il cattolicesimo.

14,00 

Spedizioni entro 8 giorni. Perché vale la pena aspettare.

Editore

Codice EAN

Curatore

N.pagine

142

Anno

2022

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Poesia e filosofia all’ombra della Shoah

A cura e con introduzione di Rosaria Peluso

In una prosa intitolata Per collezionisti poveri, Walter Benjamin ha scritto che esistono libri che non occupano più di due centimetri nello scaffale di una libreria e, ciò nonostante, hanno saputo rappresentare il loro tempo meglio di monumentali “opere complete”. È questo genere di “collezionismo povero” che a suo giudizio andrebbe promosso: la riscoperta di «libri invecchiati» «che attendono inermi il collezionista che dia loro asilo». In questo tipo di collezionismo, assunto come principio metodologico e teorico, si inserisce la produzione in versi e in prosa di Vittorio Calef (1919-1964). I “due centimetri” di Calef hanno avuto un titolo: L’acqua e le foglie, una raccolta poetica uscita nel 1947, pubblicata in duecentocinquanta esemplari numerati, con disegni di Leonor Fini e Renato Guttuso. Si tratta di un’autentica meditazione poetica sulla ebraicità, «suggello della scabrosa, talvolta sgradevole imperfezione del nostro tempo». La maggior parte delle poesie qui ristampate sono tratte da questa raccolta, dove compaiono anche due prose “metafisiche”, una delle quali, Il diluvio, è un intenso dialogo interiore con Giovanni Gentile sul senso della storia. Col filosofo dell’attualismo Calef si era laureato nell’anno accademico 1940/41 su Aspetti della polemica esistenzialistica contro l’hegelismo (Kierkegaard, Heidegger, Jaspers). La tesi, riprodotta in appendice al presente volume, entra nel vivo del dibattito sull’esistenzialismo allora nascente in Italia. Calef è stato inoltre assistente di Gentile all’Istituto di Filosofia di Roma, collaboratore all’Enciclopedia Italiana, alle edizioni delle opere di Leonardo da Vinci e di Giuseppe Pitrè, redattore del «Giornale critico della filosofia italiana»: tutto ciò nell’ombra, a causa della sua origine ebraica. Dopo la guerra si dedica alla politica e al giornalismo e fonda il giornale «Il Punto», organo in contatto con le più prestigiose testate internazionali e fautore della riunificazione dei socialismi e del dialogo tra la Sinistra e il cattolicesimo.

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2022

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