Perdersi in Toscana. Luoghi opere persone
47 percorsi in Toscana per ritrovarsi umani
«Questa è la terra dove ci par che anche le cose abbiano acquistato per lunga civiltà il dono della semplicità e della misura: i composti panorami che, senza sbalzi di dirupi e asperità di rocce riescono di collina in collina a non ripetersi mai». Perdersi in Toscana significa ritrovarsi. Ritrovare la misura della dignità, quella misura che lega «i nostri lutti, il nostro amore, il passato e l’avvenire, le nostre speranza, la nostra libertà: Toscana dolce patria nostra» (Piero Calamandrei). Ed è stato proprio il desiderio di ricucire questi legami sfaldati, persi, o dimenticati a dare vita a questo libro: nato dalla raccolta dei testi sparsi che, negli ultimi anni l’autore ha dedicato, su vari giornali, alla sua città e alla sua regione. A dettare i testi di questo libro è stato dunque il ritmo degli incontri e delle occasioni, l’intrecciarsi
dei pensieri e delle idee. E, tuttavia, rileggendoli e rivedendoli schematizzati nelle mappe della Toscana e di Firenze, appare evidente che si tratta di un itinerario: che, come tale, può essere letto, e usato.
Certo, non è un itinerario che coincide con quello delle rotte che sono state, e prima o poi torneranno a essere, percorse e devastate dal turismo di massa: qua si incontrano luoghi, opere d’arte, persone che certamente non appaiono nella cartolina della Toscana commerciale. Ciò che, infine, emerge da queste pagine è un istintivo amore per le terre descritte e per la storia, per l’arte, per la vita che le ha nutrite.
È l’amore di chi, come l’autore, ritiene che, se esiste un luogo al mondo capace di evocare il paradiso terrestre, quello è la Toscana. Non un paradiso in cui fuggire: semmai di un paradiso di cui accorgersi ogni giorno, nelle nebbie della nostra fatica quotidiana. Abbiamo tutti bisogno di ritrovare un misura umana nel mondo e nelle cose. Ebbene, se ciò è vero, Perdersi in Toscana può essere un felicissimo
inizio.