Sparire è peggio di morire? Per chi resta cambia l’ordine dei pensieri e tutto diventa indefinito. Non c’è una lapide su cui chiudere il ricordo e inconsciamente si sviluppano altre possibilità. Francesca urla, pare soccombere a quello che i suoi occhi hanno visto, prende a calci la sua immagine riflessa. La fantasia non le manca. Un ultimo incarico l’aspetta, prima di fuggire verso il Kosovo, ennesima
guerra da raccontare. C’è una linea che unisce Roma a Roccasannìa, un paese dell’entroterra calabrese, lungo la quale si dispongono le persone scomparse nel nulla.
Francesca, la protagonista, è una corrispondente di guerra, con un passato doloroso e molti segreti, a cui viene commissionata un’intervista ad un discusso imprenditore del Sud. Nel suo percorso, incontrerà due personaggi, Giovanni e Santina, fratello e sorella, che, dopo una scomparsa, hanno trovato la loro strada, la loro cura, un cavo teso che sostiene le loro solitudini.
Le loro storie s’intrecciano, perché la vita, nonostante tutto va avanti. Romanzo di formazione che unisce l’analisi psicologica a una notevole capacità affabulatoria, grazie a un sapiente uso di metafore e similitudini, che irradiano la trama di riflessi e ombre.
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