Genesi e forme della poesia di Ungaretti
Lo studio affronta sistematicamente il tema fondativo del mondo di Ungaretti, costituito dalla metafora del naufragio, intorno a cui nascono le poesie dell’Allegria di Naufragi del 1919, saldando l’esperienza del «figlio d’emigranti» al ‘nulla’ del deserto e all’"annientamento" nelle trincee del Carso. Il «naufragio senza fine» continua ad agire fino all’ultima lirica, L’impietrito e il velluto, passando centralmente nel Dolore e caratterizzando sempre il viaggio del «girovago» verso la Terra Promessa, che si chiude apocalitticamente sulla morte del mare. Attraverso inediti percorsi di ricerca nella poesia e nelle prose ricevono nuova luce i rapporti intertestuali di Ungaretti con i suoi maestri-‘antenati’ – da Dante a Leopardi e Pascoli, da Pascal e Nietzsche a Mallarmé e Baudelaire –, oltre che con la Bibbia e l’epopea di Gilgamesh. Vengono anche indagati aspetti ‘tecnici’ della poetica ungarettiana come l’adozione originaria dei versi parisillabi in quanto propri di una poesia autenticamente ‘popolare’. Ne viene fuori un’idea di tutta la poesia ungarettiana dominata da una visione tragica della vita e della morte, e che supera il naufragio in una costante tensione ‘religiosa’ verso un mondo risuscitato.