Montemaggio – Una storia partigiana
Sergio Staino, Bobo, è nato per raccontare (…). Già dai titoli di testa si capisce che Sergio Staino si appresta non tanto a rileggere un episodio, noto, della Resistenza, nel quale furono fucilati 19 partigiani, ma a raccontare ex novo una storia nella quale lui mette, oltre ai disegni, il soggetto e la sceneggiatura. Da anni andava raccogliendo testimonianze; da anni ripassava le molte pagine scritte dagli storici su quella vicenda; da anni si aggirava in quei luoghi conversando con un protagonista, Vittorio Meoni, l’unico sopravvissuto alla fucilazione. Così è nata dalla Storia, la storia; così una trama s’è animata di nomi, suoni e colori. Così è nato il racconto dei martiri di Montemaggio al quale hanno collaborato con competenza e passione il figlio Michele oltre a Giacomo Colivicchi e Stefano Giraldi. Siamo in Valdelsa, sud della Toscana, nel 1943, con la Resistenza che prende corpo mentre gli Alleati sono fermi al sud e i nazi-fascisti sono sempre più vogliosi di vendette e di morte. Montemaggio, piccola altura dal nome gentile, si trova in quel lembo di territorio che delimita le terre di Firenze, di Siena e di Maremma: qui gran parte dei mezzadri si fecero partigiani, dando luogo a quel fenomeno che gli studiosi hanno poi definito come “antifascismo popolare”; qui i comunisti italiani si costruirono un comodo nido dove vissero, felici, per decenni (…). Sergio Staino ha narrato senza odio e senza infingimenti la storia di Montemaggio e in essa la vita di uomini comuni, come Vittorio Meoni e i suoi amici partigiani. L’ha fatto con un affresco corale.
(dalla prefazione di Maurizio Boldrini)