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Meglio separate. Un’inedita prospettiva sulla separazione delle carriere in magistratura

Oggi i tempi sembrano maturi per arrivare a quella separazione delle carriere di cui si discute da almeno trent’anni, alla quale i magistrati sono da sempre unanimemente contrari, quantomeno nel pubblico dibattito. Ma è proprio un magistrato che – analizzando il tema senza pregiudizi, disvelando dall’interno i meccanismi di funzionamento degli uffici giudiziari e avanzando proposte originali – cerca di superare ogni dogmatismo e di far comprendere quale sia la vera posta in gioco che sta dietro le diverse tesi favorevoli e contrarie alla separazione delle carriere. Meglio separate come cartina di tornasole da utilizzare per valutare se le riforme, presenti e future, siano rispettose dei fondamenti della nostra democrazia oppure se rechino insidie che potrebbero aprire la strada a derive illiberali o autoritarie. Risulterà chiaro che la separazione delle carriere potrà avere molteplici effetti positivi – tra cui un miglioramento nella specializzazione di giudici e pubblici ministeri e una maggiore coerenza con l’idea di processo accusatorio – a condizione che essa venga inserita in un più ampio contesto di riforma e modernizzazione del sistema giudiziario e che vengano salvaguardate le attuali garanzie costituzionali della magistratura, nonché l’indipendenza del PM dal potere politico e la sua cultura della giurisdizione.

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Editore

Codice EAN

Curatore

N.pagine

130

Anno

2023

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Oggi i tempi sembrano maturi per arrivare a quella separazione delle carriere di cui si discute da almeno trent’anni, alla quale i magistrati sono da sempre unanimemente contrari, quantomeno nel pubblico dibattito. Ma è proprio un magistrato che – analizzando il tema senza pregiudizi, disvelando dall’interno i meccanismi di funzionamento degli uffici giudiziari e avanzando proposte originali – cerca di superare ogni dogmatismo e di far comprendere quale sia la vera posta in gioco che sta dietro le diverse tesi favorevoli e contrarie alla separazione delle carriere. Meglio separate come cartina di tornasole da utilizzare per valutare se le riforme, presenti e future, siano rispettose dei fondamenti della nostra democrazia oppure se rechino insidie che potrebbero aprire la strada a derive illiberali o autoritarie. Risulterà chiaro che la separazione delle carriere potrà avere molteplici effetti positivi – tra cui un miglioramento nella specializzazione di giudici e pubblici ministeri e una maggiore coerenza con l’idea di processo accusatorio – a condizione che essa venga inserita in un più ampio contesto di riforma e modernizzazione del sistema giudiziario e che vengano salvaguardate le attuali garanzie costituzionali della magistratura, nonché l’indipendenza del PM dal potere politico e la sua cultura della giurisdizione.

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