Lo psichiatra Giuseppe Fioravante Giannoni presenta queste sue meditazioni che partono dalla considerazione sulla necessità che avrebbe l’uomo di possedere un “rumine” prima e dopo del cervello per potere rimasticare idee, pensieri, concetti, sia in arrivo affinché possano essere accolti con maggiore ponderatezza e precisione ma anche in partenza affinché i pensieri, le idee, i concetti della propria mente possano essere ancora rimasticati, rimeditati meglio prima di essere espressi. Alle sette meditazioni (ripensamenti, sogni nel sogno), è stata data una veste ritmica (nel susseguirsi di endecasillabi, ottonari, pentasillabi, versi con un numero imprecisato di sillabe, più di venti, ma ritmici anch’essi) e tutto ciò per impreziosirli di una più ampia significanza formale e la veste di ciascuna meditazione è del colore di uno dei sette colori dell’arcobaleno.
“Il rumine” si inserisce in un sogno ad occhi aperti, nel ricordo della sua Mimma, troppo presto perduta, nel sogno dello smettere di fare il medico e lo psichiatra per vivere nella natura facendo il pastore ed andar per stradelle e poggi, meditando.