Miriam Fileti Mazza, storica dell’arte fiorentina che per oltre quarant’anni ha svolto la sua attività scientifica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, avendo alle spalle una copiosa produzione di scritti in riviste specializzate, saggistica e numerosi volumi, ha trattato il tema dell’acqua nella pittura nel periodo che va da fine Ottocento al Novecento.
Proponendo oltre 150 opere, alcune molto celebri altre decisamente meno note e per questo ancora più interessanti, il volume, seguendo le orme del precedente volume, curato da Marco Collareta, che aveva affrontato lo stesso tema nel periodo precedente, da Giotto a Monet, accompagna il lettore attraverso un affascinante viaggio alla scoperta dell’iconografia dell’acqua nell’arte nel periodo che segue.
Prendendo avvio dunque dall’estetica vibrante del Postimpressionismo, che proprio a questo elemento della natura ha dedicato connotazioni tra le più suggestive e indimenticabili della storia dell’arte figurativa dell’Ottocento, passando dai macchiaioli, si giunge fino alle avanguardie e alle ribellioni esistenziali e figurative del Novecento.
È l’autrice stessa, nella sua nota introduttiva, a offrire una chiave di lettura, e di visione, del tema: “L’acqua, astratta, esasperata, rimodellata, pacifica, benefica, tumultuosa, trasparente e nascosta, ancora una volta saprà esprimere sentimenti e sollecitare ricordi, sicura di non essere inquinata da false interpretazioni e riuscendo quindi sempre a imporsi nel rapporto emozionale tra artista e fruitore”.
40,00 €
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Miriam Fileti Mazza, storica dell’arte fiorentina che per oltre quarant’anni ha svolto la sua attività scientifica presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, avendo alle spalle una copiosa produzione di scritti in riviste specializzate, saggistica e numerosi volumi, ha trattato il tema dell’acqua nella pittura nel periodo che va da fine Ottocento al Novecento.
Proponendo oltre 150 opere, alcune molto celebri altre decisamente meno note e per questo ancora più interessanti, il volume, seguendo le orme del precedente volume, curato da Marco Collareta, che aveva affrontato lo stesso tema nel periodo precedente, da Giotto a Monet, accompagna il lettore attraverso un affascinante viaggio alla scoperta dell’iconografia dell’acqua nell’arte nel periodo che segue.
Prendendo avvio dunque dall’estetica vibrante del Postimpressionismo, che proprio a questo elemento della natura ha dedicato connotazioni tra le più suggestive e indimenticabili della storia dell’arte figurativa dell’Ottocento, passando dai macchiaioli, si giunge fino alle avanguardie e alle ribellioni esistenziali e figurative del Novecento.
È l’autrice stessa, nella sua nota introduttiva, a offrire una chiave di lettura, e di visione, del tema: “L’acqua, astratta, esasperata, rimodellata, pacifica, benefica, tumultuosa, trasparente e nascosta, ancora una volta saprà esprimere sentimenti e sollecitare ricordi, sicura di non essere inquinata da false interpretazioni e riuscendo quindi sempre a imporsi nel rapporto emozionale tra artista e fruitore”.
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