«Questo lungo racconto – o breve romanzo? – di Giuseppe Ciani ha per tema, musicalmente svolto e ritmato, quella frazione di tempo che possiamo definire tempo sospeso. Quando non si ha per fine un obiettivo e non si è costretti ad aspettare un’ora data per appuntamento che preme. Quando si è portati a cercare dentro di sé ombre e parole che crediamo ci siano sfuggite lungo il cammino. E magari si ritrovano figure di sogni o immagini di momenti cari. Anche una persona con la quale poter intessere un colloquio accende un sussulto e rincuora. Non ti resta molto di tempo davanti, non sai quanto ma sai che non sarà lungo. E vorresti negare il distacco da un legame, da un oggetto, da uno spazio in cui si è consumata una parte del tuo esserci. Il tempo è dunque lineare e scivola sotto i piedi come la strada di una passeggiata che sai dovrà terminare e non vorresti si concludesse mai…».
(dalla prefazione di Roberto Barzanti)