Pre-giudizio universale a Ciecagna
Fanale, ipovedente, è l’improbabile presidente dell’Associazione Ciecati Italiani (ACI). Disgustato dai compromessi della politica e dell’associazionismo, decide di dimettersi dalla carica quando si scopre indagato perché sospettato di essere un falso invalido. Nel frattempo Pipistrello, cieco assoluto e amico da sempre di Fanale, viene selezionato per una missione spaziale a bordo di uno Shuttle con strumentazioni accessibili ai non vedenti. La partenza dell’amico lascia Fanale ancora più solo in mezzo alla grande campagna contro i falsi (ma anche contro i veri) invalidi, voluta dal ministro Sorrisoperenne per tagliare le spese sociali e risanare i conti dello Stato. Sarà il neomagistrato Erremoscia, vecchio amico del ministro, a coordinare le indagini su Fanale e sui “falsi” invalidi, sollecitato dalla politica ad arrivare a una rapida ed esemplare sentenza di condanna. Talpa, cieco assoluto, amico di Fanale e perito fonico forense, si ritrova con l’incarico di trascrivere e analizzare le intercettazioni riguardanti la scottante indagine, dalla quale però emergono prove insussistenti a carico di Fanale. Mentre si celebra il processo, Talpa e Civetta, un altro cieco collega di Fanale, con cui collabora nei corsi di formazione aziendali, aiutati da Oleja, l’avvenente ed enigmatica assistente personale di quest’ultimo, organizzano e mettono in atto una clamorosa azione di protesta a sostegno dell’amico e contro tutti i pregiudizi mediatici, giudiziari e comuni.
Divertente, ironico e lucidissimo questo terzo capitolo della «saga di Ciecagna» stigmatizza la cecità, è il caso di dirlo, di una politica troppo spesso indifferente ai diritti di chi ha un handicap visivo e incapace di distinguere con onestà il vero dal falso.