Le vite degli artisti di Gaspare Celio. «Compendio delle Vite di Vasari con alcune altre aggiunte»
Scoperto da Riccardo Gandolfi in una biblioteca inglese, il manoscritto de Le Vite degli artisti di Gaspare Celio si credeva perduto. Del resto, presso i contemporanei il testo era stato liquidato come un semplice repertorio di vite di artisti desunto dal Vasari. Il Vasari. È lui l’obiettivo, lui e le sue Vite, fonte univoca di tutte le informazioni sugli artisti dell’epoca (ancora oggi). Celio chiosa, integra, ridicolizza, corregge, suggerisce con lo scopo di smontare la prospettiva toscanocentrica dell’interpretazione vasariana della storia dell’arte. Celio vuole esaltare la gloriosa tradizione artistica romana, gli esempi coevi che niente hanno da invidiare a quelli fiorentini, la ricchezza ereditata da una classicità disseminata nell’Urbe che influisce più di altre esperienze, a suo avviso, anche su grandi come Michelangelo (per il quale non nutriva gran simpatia, peraltro) o Raffaello. Sono numerose le informazioni inedite, le puntualizzazioni e le osservazioni personali di Gaspare Celio che tessono una prospettiva integrata, a tratti diversa da quella tradizionale mutuata dal testo del Vasari.